Conversazione informale con Marco Sartorato, store manager di uno dei “luoghi del bio” più rappresentativi in Italia.
Ariele di Conegliano è oggi riconosciuto da tutti come uno dei punti più significativi per la cultura del biologico e del biodinamico in Italia. E’ senza dubbio uno dei punti vendita della rete NaturaSì più forniti e curati esistenti nel nostro paese e non a caso si inserisce nel contesto di una provincia – quella di Treviso – in cui, statistiche alla mano, si consuma più bio pro-capite. Appena entrati sorprende subito la rigogliosa isola dell’ortofrutta che rappresenta un po’ il fiore all’occhiello del bio store assieme al fornitissimo banco taglio ricco di una selezione di formaggi e salumi biologici di estrema qualità, per non parlare poi della panetteria da cui arrivano i profumi dei prodotti da forno fatti con farine di cereali antichi e quindi l’atmosfera ospitale della grande area ristorante.
Tuttavia familiarizzando velocemente con l’atmosfera calda, amichevole e informale in cui si è immersi si intuisce molto presto di non essere in uno bio-store bio tout court… e che la realtà è molto più sfaccettata e sorprendente di quello che già sembra.
Marco Sartorato – store manager – ci si avvicina con fare accogliente, approfittando della sua gentilezza gli chiediamo se non proprio un’intervista, una chiacchierata informale da poter riportare sul nostro blog passione.bio.
Accetta sorridendo.
Innanzitutto Marco grazie per la tua disponibilità… vorremmo che tu potessi illuminarci un po’ su questo luogo già a pelle così speciale… per esempio iniziando, se possibile, da qualche cenno sulla sua storia…
Certamente… La storia di Ariele parte nel 1985… quando un gruppo di “allora” ragazzi legati all’associazione Antroposofica di Conegliano (associazione ispirata alla filosofia di Steiner) decide di mettersi insieme con l’obiettivo di fare “qualcosa” per la terra e per la società. Si è dunque partiti con un progetto all’epoca molto piccolo… un punto vendita vocato al bio e un’azienda agricola biodinamica, qui sulle colline di Conegliano: l’Azienda Agricola di San Michele.
Il negozio – all’epoca piccolissimo rispetto alla realtà di oggi – rappresentava comunque uno spazio di concezione molto innovativa, un pioniere nel suo genere: era infatti sia il punto diretto di rivendita per la produzione dell’azienda agricola biodinamica locale sia un punto di raccolta e selezione di diversi prodotti biologici provenienti da tutta Italia.
E poi?
Poi… L’Ariele – partita dunque come piccolo negozio biologico – negli anni è cresciuta approdando in Ecor e dunque confluendo/assorbendosi nella preziosa esperienza dei NaturaSì. Da cooperativa siamo diventati una srl ma rimaniamo sempre connessi e collegati all’associazione iniziale che poi è diventata la Fondazione a cui ci appoggiamo per tutte le attività culturali che da Ariele si irradiano.
Una fondazione: interessante… dicci di più.
Si una fondazione… che è uno degli aspetti più significativi del nostro progetto. In pratica Ariele reinveste i suoi utili nella Fondazione che a sua volta diviene lo strumento attraverso cui possiamo alimentare tutte quelle attività di tipo formativo e culturale che noi riteniamo assolutamente fondamentali e fondanti la nostra azione. Tutte attività che diversamente non potrebbero avere un sostentamento proprio e dunque esistere: penso alla scuola, alla pedagogia curativa o all’altra miriade di attività e corsi che ruotano attorno al bio, al biodinamico, alla promozione di stili di vita e di consumo responsabile e così via.
Siamo partiti parlando di un punto vendita ma è evidente che ora siamo difronte a una realtà molto più grande e sfaccettata…
Si, certamente infatti non è sempre facile spiegare la nostra attività in poche parole ed essere completi e esaustivi. Diciamo che… se oggi Ariele viene riconosciuto come uno dei punti più significativi per il biologico e biodinamico in Italia (oltrechè tra i più importanti per volumi e attività)… questo è possibile perchè non siamo un semplice punto vendita e perchè dietro c’è la spinta di tutta un’organizzazione che opera a livello sociale. Infatti l’opera della fondazione, della scuola, dell’azienda agricola, di tutte le attività che si fanno per il territorio hanno fertilizzato il contesto attorno a noi facendoci diventare un po’ un punto di riferimento a 360°. Il nostro ruolo non è in definitiva quello di creare movimento commerciale, ma creare un movimento di persone, con le persone e per le persone… qualcosa di molto più profondo del “semplice fare la spesa”.
Dunque una rivoluzione copernicana del concetto di consumatore…
Si esatto. Il nostro obiettivo è costruire e alimentare sempre più un movimento di consapevolezza circa le tematiche della sostenibilità ambientale, dei sistemi di produzione, del rapporto e le implicazioni che, in sostanza, si instaurano tra noi, gli altri e la natura anche semplicemente sedendoci a tavola per fruire di un pasto. Ribadisco: quello per cui lavoriamo è creare sempre più un centro dove “non si faccia solo la spesa”… un luogo di conoscenza, scoperta, incontro e valorizzazione di tutto ciò che riguarda il biologico, il biodinamico e più in generale il nostro rapporto con la natura, gli altri, l’ambiente permettendo alle persone di avvicinarsi a certe tematiche confrontandosi, incontrandosi, mettendo in circolo idee e costruendo prospettive anche nuove.
Questo dalla parte del consumatore, mentre per i vostri fornitori? Cosa chiedete ai vostri fornitori?
Beh, è chiaro: questa rivoluzione copernicana ovviamente non interessa solo il consumatore, perchè l’altra parte fondamentale è il fornitore/produttore e la sua capacità di mettersi in gioco.
In che senso?
Nel senso più terra terra: ovvero di relazione, capacità di mettersi in relazione.
Oggi i consumatori hanno bisogno di essere informati sempre di più. Per cui il nostro ruolo non è tanto – o non è solo – il dare la massima gamma dei prodotti per soddisfare le esigenze del consumatore. No… piuttosto fornire un sistema in cui si possa – a ritroso e con trasparenza – arrivare dal prodotto al campo, all’animale e al sistema di allevamento e produttivo. Per questo promuoviamo l’incontro, anche in negozio, tra chi produce e chi consuma. Nel scegliere un fornitore la conoscenza diretta e questa sua disponibilità a fare assieme a noi e al consumatore un pezzo di strada sulla consapevolezza alimentare non dico che sia l’unico fattore determinante ma di sicuro è uno dei più importanti…
Un’ultima battuta: sappiamo che Ariele è da oltre vent’anni partner e cliente di Salumificio Pedrazzoli… che ci dici di questo rapporto?
Salumificio Pedrazzoli è forse un esempio paradigmatico di ciò che stavo dicendo poco fa. La nostra conoscenza e stima reciproca è oramai tale da sfociare nell’amicizia. Posso aggiungere che da oltre 20 anni trattiamo i loro salumi non solo per l’ottima qualità, ma perchè la filosofia che sta dietro al produttore garantisce appunto questa osmosi, questo passaggio constante di informazioni che vanno dal fornitore al negoziante al consumatore… con Pedrazzoli come con altri nostri fornitori questo flusso di informazioni e di conoscenza e consapevolezza si realizza al 100% e questo aspetto è assolutamente per noi impagabile e fondamentale.
Ecco, detto con una battuta: a noi piacciono tutti quei fornitori come Pedrazzoli nei quali percepisci che il Bio diventa davvero una missione… che il Bio lo fanno per vocazione… che è poi quello che facciamo ogni giorno anche noi qui ad Ariele… esattamente come recita – non a caso – anche il nostro slogan!
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