Non solo boom di farine, lieviti e alimenti a lunga conservazione, il periodo di isolamento forzato causato dalla pandemia ha portato ad un aumento della domanda di alimenti biologici in Italia.
L’emergenza sembra infatti aver sensibilizzato i consumatori che hanno preferito premiare qualità e sicurezza alimentare scegliendo inoltre filiere controllate e locali per sostenere la produzione nazionale.
Alcuni dati interessanti sono emersi da uno studio commissionato a Nielsen da AssoBio (qui il comunicato stampa) secondo il quale l’incremento degli acquisti di prodotti biologici in questo periodo è stato del 28,8%, una crescita che porta alcuni prodotti in competizione con quelli di grandi marche tradizionali.
Nonostante un diffuso peggioramento delle condizioni psico-fisiche della popolazione, i consumatori sembrano aver scelto di portare in tavola prodotti salutari per combattere una situazione di stress mai affrontata finora.
A coadiuvare questa tendenza a favore del bio sembra essere stato anche il repentino cambiamento delle abitudini gastronomiche, con un aumento del tempo passato in casa e delle occasioni per preparare piatti e sperimentare nuove ricette con prodotti freschi e sani.
Le linee guida della spesa degli italiani non sembrano però essere state dettate unicamente dalla ricerca di prodotti meno raffinati, privi di sostanze nocive e chimiche, ma anche da una richiesta di sostenibilità trasversale che da una filiera corta e rispettosa del benessere di animali, natura e territorio fino ad un packaging ecologico, riciclato e riciclabile se non addirittura zero waste.
Un trend che rappresenta un riconoscimento per un settore sempre in prima linea nella difesa dei valori fondanti della sua filosofia come quello del biologico, impegnato non solo nel promuovere salubrità e trasparenza dei prodotti consumati quotidianamente ma anche nell’incoraggiare un mercato sostenibile per il pianeta Terra.
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