La legge sul biologico finalmente è stata approvata: l’Italia, uno dei paesi in cui è più diffusa e avanzata l’agricoltura bio, ha oggi una normativa di settore che prevede varie novità ai fini di tutela e promozione.
La principale novità è l’istituzione di un marchio biologico italiano, per caratterizzare i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana contraddistinti dall’indicazione Biologico italiano.
Confermato inoltre il tavolo tecnico già operativo da vari anni e che comprende numerosi rappresentanti di enti e associazioni del settore. Le sue funzioni sono di controllo ed indirizzo sugli strumenti che la legge ha creato. Questo è uno dei due punti in cui ancora compare la parola “biodinamica”.
Il Ministero adotterà un piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici. Il piano è triennale ma verrà aggiornato tutti gli anni. Le sue funzioni principali sono quella di “favorire la conversione al metodo biologico delle imprese agricole, agroalimentari e dell’acquacoltura convenzionali, con particolare riguardo ai piccoli produttori agricoli convenzionali” e “incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione, anche ambientale e alimentare, con particolare riferimento alla ristorazione collettiva”.
Inoltre si dovrà adottare un piano nazionale per le sementi biologiche “finalizzato ad aumentare la disponibilità delle sementi stesse per le aziende e a migliorarne l’aspetto quantitativo e qualitativo con riferimento a varietà adatte all’agricoltura biologica e biodinamica”.
Il tutto sarà finanziato una partita di giro che promuove il biologico caricando i costi sul convenzionale: chi fa agricoltura utilizzando i pesticidi classici, danneggiando l’ambiente, dovrà “riparare” contribuendo allo sviluppo del biologico. Secondo la legge i soldi per la gestione dei due piani d’azione, e per il marchio, verranno da un Fondo per lo sviluppo della produzione biologica. Il fondo è finanziato da un contributo del 2% del fatturato realizzato nell’anno precedente relativamente alla vendita di prodotti fitosanitari autorizzati ma considerati dannosi per l’ambiente, e dei fertilizzanti da sintesi.
Viene poi sostenuta la ricerca sul biologico con percorsi formativi da attivare nelle università e con la destinazione alla ricerca di una quota dei fondi destinata al CNR. Parte del Fondo per lo sviluppo e la produzione biologica “è destinato al finanziamento di programmi di ricerca e innovazione”.
La legge sul biologico è anche una legge-quadro, cioè una norma che autorizza il Governo ad emanare decreti legislativi che andranno a modificare leggi precedenti, nel rispetto dei principi indicati. In particolare la legge invita a ridefinire, entro 18 mesi, il sistema dei controlli e delle sanzioni (queste ultime possono arrivare fino alla revoca del marchio, per chi lo usa in maniera impropria). I controlli invece andranno rafforzati per garantire maggiore trasparenza, evitare frodi e informare i consumatori, e soprattutto per “migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero”.
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